Il ‘700 è il secolo in cui la Ragione si è presa il centro della scena, portando il pensiero scientifico ed umanistico a vette straordinarie. In questo periodo cominciano ad affermarsi, seppur tra infinite difficoltà, alcune donne che determineranno – con la portata delle loro idee – le successive tappe dell’emancipazione femminile. L’esempio per eccellenza, soprattutto tenendo presente la prospettiva bolognese, rimane Laura Bassi (1711-1778), geniale fisica e scienziata, capace di acquisire una statura internazionale, mostrando competenza e consapevolezza del suo ruolo sociale. Laura Bassi è un punto di riferimento che conserva, per il momento storico, una esemplarità assolutamente eccezionale, non dimenticando che parallelamente a lei e – in alcuni casi avendo delle dirette interazioni – si sviluppano delle vicende umane al femminile di grande rilevanza.
Tra queste va ricordato il nome della budriese Laura Danielli, che si è distinta come studiosa e come animata dissertatrice di filosofia. Prima di raccontare gli aspetti della sua esistenza, è interessante soffermarsi sull’unica testimonianza budriese che ricorda la Danielli. Sotto lo storico Voltone di Budrio, sulla parete della Chiesa di Santa Maria del Borgo, è presente una lapide «A Memoria di Illustri Budriesi»: tra i nomi riportati, pur constatando la mancanza di riferimenti ad altri Grandi (tra cui – solo per citarne alcuni – Menghini, Volgi e Coli), è presente quello di Laura Danielli, definita «Professoressa di Filosofia e Matematica».
Il 21 agosto 1881 viene inaugurato il Palazzo Comunale di Budrio, che diventerà tale a partire da quel momento e al termine dell’accurata opera di rifacimento e di restauro, progettata e diretta da Luigi Menarini. In concomitanza con l’inaugurazione del Palazzo, vengono scoperte tre lapidi: la prima è quella appena nominata, che ricorda i budriesi illustri dal 1300 al 1880; la seconda è dedicata all’artista budriese Francesco Cocchi; la terza è riservata al Re Vittorio Emanuele II (morto nel 1878). Il nuovo corso della storia di Budrio è tenuto così a battesimo dal ricordo dei Grandi esempi a cui fare riferimento; tra questi, una sola donna, Laura Danielli: interprete di una vicenda umana da difendere e da sottolineare, soprattutto quando si riflette sul percorso intrapreso dalle Donne per conquistare i propri sacrosanti diritti.
LO STUDIO COME PRIORITÀ
Laura nasce a Budrio nel 1685. Per comprenderne a pieno i futuri sviluppi esistenziali, è decisivo riflettere sul padre Stefano Danielli, importante Professore di Anatomia dell’Università di Bologna, nel cui ambito manterrà la cattedra dal 1691 al 1730, diventando il Maestro di due generazioni di interpreti della scienza medica. Stefano è il punto di riferimento del consolidamento della vocazione medica budriese, che avrà un notevole slancio attraverso le esperienze di due allievi (anche loro di Budrio): Vincenzo Menghini e Giacinto Vogli.
Danielli, come stabilito all’epoca, aveva conseguito la Laurea in Filosofia e Medicina, coltivando personalmente un grande amore per le discipline umanistiche. La passione per lo studio della storia influirà sul medico budriese Domenico Golinelli che, grazie al sostegno del suo insegnante, riuscirà a scrivere l’importante pubblicazione: «Memorie istoriche antiche e moderne di Budrio».
Laura trascorre la propria giovinezza a Bologna, vivendo a stretto contatto con il padre, approfondendo numerosi ambiti culturali. Dalle poche testimonianze rimaste, appare possibile sostenere che la Danielli si sia laureata in Filosofia e Matematica. Se fosse acclarata la sua Laurea, si tratterebbe della seconda donna in Italia, dopo Elena Lucrezia Cornaro (1646 – 1684) e prima di Laura Bassi.
La Danielli è ricordata per le sue animate dissertazioni, svoltesi nei salotti bolognesi ed in altri importanti “santuari” della cultura cittadina. La budriese era capace di porre in evidenza una preparazione straordinaria, in grado di farla eccellere nelle discipline scientifiche, dove si distingueva per l’appassionata esposizione degli elementi di Euclide, e nelle materie umanistiche, riuscendo a riflettere sulla letteratura, sulla grammatica e sulla retorica. La conoscenza del francese e dello spagnolo erano il preludio all’interpretazione accurata delle nuove opere filosofiche di Voltaire, Rousseau, Diderot e D’Alembert. Il vento di modernità culturale proveniente dalla Francia nutrirà i pensieri e le riflessioni della Danielli che – se fosse vissuta in un altro periodo – avrebbe certamente potuto dare maggiore concretezza alle proprie aspirazioni, lasciando pubblicazioni per i posteri.
Dal matrimonio con il mercante bolognese Giovan Batista Landi nasceranno Virginia e Petronio, a cui la madre trasmetterà la passione per lo studio. La figlia seguirà l’esempio materno, acquisendo notevoli competenze culturali. Al figlio sarà affidata l’eredità professionale paterna, non certo incompatibile con gli insegnamenti di Laura, ritratta in un imponente dipinto posto nell’abitazione di Petronio. L’opera ritraeva la budriese (che chiuderà gli occhi per l’ultima volta nel 1778, alla veneranda età di 93 anni) impegnata in un’ispirata dissertazione filosofica davanti ad un folto pubblico: questo è probabilmente il modo migliore di ricordare un’autentica pioniera.
Leonardo Arrighi