Extraurbana
I marchesi Amorini, il cui cognome ricorre in altre due vie budriesi, avevano vaste proprietà nel nostro territorio.
Questa via, fino agli ultimi decenni dell’Ottocento, era detta “Via dell’Amorino” poichè raggiungeva, all’incrocio con Via Cantarana, l’oratorio dedicato a S. Antonio e chiamato, dal cognome del proprietario L’AMORINO. Questo oratorio fu poi demolito; dalla fine dell’Ottocento il toponimo rimane fisso nella forma attuale.
In questa zona gli Amorini possedevano, insieme con i terreni e la chiesetta, un grande palazzo con rustici annessi: precedentemente era appartenuti ai Martelli (documentati in Budrio come proprietari dal Trecento e detto, dal loro cognome “La Martella”, come tutta la proprietà e lo stesso quartiere.
IL MARCHESE ANTONIO AMORINI BOLOGNINI
(1767-1845) Scrittore e storico italiano.
Figlio del marchese Giovanni Andrea Bolognini Amorini e di Anna Maria Ariosti, figlia del senatore Alberto Corradino, nel 1792 sposa la ventenne Maria Ranuzzi figlia di Girolamo.
Il suo interesse si rivolge all’architettura, è appassionato di lettere, arti e poesia che compone in alcune occasioni, traduce dal latino all’italiano. Durante la sua vita ricopre diverse cariche pubbliche dell’amministrazione di Bologna, quando questa viene invasa dall’esercito francese, i molti cambiamenti urbanistici e le soppressioni lo stimolano ad una sistematica opera di compilazione, conservazione e descrizione delle opere destinate alla distruzione.
La sua attività storico-letteraria contribuì alla compilazione delle biografie di numerosi artisti bolognesi, tra cui il Dentone, Mitelli, Primaticcio, Albani, Reni, Domenichino, Guercino, i Carracci, raccolte poi nell’opera Vite dei pittori artefici bolognesi (Bologna, 1841- 43)