Via Capestrara

Condividi su facebook
Condividi su email
Condividi su whatsapp

Urbana

Già documentata dal Cinquecento, questa piccola strada una volta “…giungeva al canale della Comunità…”, il canale Fossano.

Sulla destra sorgeva una “Casa grande, con pigionanti, e a uso di Capestraria”. L’edificio che esiste tutt’ora, molto trasformato, era la base di lavoro e il magazzino dei ‘capestrai‘, i cordai, artigiani espertissimi che fabbricavano con la fibra della canapa corde e misura e grossezza, rinomate e per secoli largamente esportate in italia e all’estero (Venezia, Inghilterra).

Fino agli anni Venti, anche se la Capestraria (dal latino capistrum, “corda – capestro – cavezza”) non funzionava più, il mestiere dei capestrari budriesi non era scomparso: i cordai tendevano i trefoli, come i loro antichi avi, lungo la Capestrara, nella “Fossa a Mattina’ e sull’argine del Fossano: il paese si riempiva dell’allegro ritmico rumore del mulinello per attorcere le corde, la masòla, una specie di ruota di legno dentata, il cui caratteristico rumore si sentiva tutt’intorno fino agli anni Venti del Novecento.

Piano piano il loro lavoro scomparve e più tardi anche questa via perdette la maggior parte del suo percorso pubblico.

Il ricordo dell’eccellenza della canapa in paese è rimasto vivo a lungo. A Catona, paese calabro sullo stretto di Messina, il nome di Budrio era ben conosciuto a tutti gli anziani perchè da lì proveniva la fibra usata per le funi dei bastimenti carichi di merci che, fino agli anni Cinquanta, costituivano il collegamento principale per i commerci tra la Sicilia e la Calabria.

I MACERI

Sapete che quelli rimasti sono riconosciuti come 'patrimonio ambientale'?
"...in nessun luogo d'Italia si produce una canapa tanto eccellente quanto nel territorio della campagna budriese..." così scrive, agli inizi del '400, Benedetto Morandi alla corte dei Bentivoglio.
Negli anni '60 le piantagioni di canapa scomparvero definitivamente e con esse anche gran parte dei maceri.
GUARDA il bellissimo reportage sui maceri della nostro territorio fatto da L' occhio nel mirino di Sergio Cardin

Iscriviti alla nostra newsletter